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lunedì 12 dicembre 2016

7. Ai sùma

Ci siamo, “ai sùma” in dialetto alessandrino. Un’espressione che ho usato anche in occasione dell’ultima tappa dell’esperienza Uniamo La Provincia. Eh sì, questa iniziativa fonda le sue radici in quella indimenticabile cavalcata che ci ha portato a toccare tutti i 190 comuni della provincia di Alessandria. L’incontro del 21 giugno 2011, in occasione della 56^ tappa, con i “neonati” Spazzorunners mi ha aperto nuovi orizzonti; interloquire con persone con cui si condivide la passione per la corsa, l’amore per il territorio e la sua tutela è stato un punto di partenza per costruire le successive iniziative sino a sfociare in quest’ultimo e grandioso cammino.

Dopo l’interminabile sesta tappa,siamo ormai ad un passo dalla meta finale. Al risveglio ci sentiamo carichi e concentrati come non mai, la fatica degli ultimi giorni sembra svanita (Fulvio Massa docet), c’è una particolare sensazione in noi: da una parte la grande soddisfazione per essere ad un passo dal traguardo, e dall’altra una sorta di nostalgica malinconia per l’imminente fine di questi sette giorni che ci hanno visti uniti nell’affrontare questo cammino. Abbiamo condiviso pane e fatica, il calore del sole che faceva bruciare la pelle, ma anche tante meraviglie del creato dall’alba al tramonto. Luoghi, situazioni, incontri ,emozioni(vissute e cantate!), momenti che rimarranno incastonati nella nostra memoria di uomini maturi. Ognuno di noi potrà aggiungere al proprio bagaglio di esperienze di vita questi sette giorni vissuti così intensamente come un piccolo tesoro conquistato passo dopo passo (è proprio il caso di dirlo!) con impegno e determinazione.
Quest’ ultima tappa va percorsa e non sarà una semplice formalità. Il Gian, con un sorriso sbarazzino, tira fuori dal cilindro delle sue magie l’ennesimo coniglietto e ci comunica che dobbiamo arrivare entro le 16 perché alle 17 siamo attesi in Campidoglio. Un ulteriore sorpresa che si è materializzata grazie all’impegno del nostro ideologo. Quindi forza ragazzi! Cerco di spronare i miei compagni perché, come sempre, sono il più ansioso nel cercare di arrivare a destinazione.

Il comandante ci “deposita” a Monterotondo, località a pochissima distanza dal nostro albergo, lo salutiamo e ci diamo appuntamento a Roma. Fa un certo effetto dire ci vediamo a Roma, e si perché dopo aver attraversato due regioni, passando per località a noi (ed ai più) sconosciute, in zone impervie e semideserte, questa volta arriviamo nella capitale. Roma capitale d’Italia ma non solo, Roma caput mundi ed infine centro della cristianità. Ed è proprio quest’ultimo aspetto quello su cui fonda il senso del nostro cammino: da San Francesco a Francesco. Unire questi luoghi simbolo, Assisi e Roma, nel nome del santo patrono d’Italia e dell’attuale pontefice, per portare un messaggio di pace e solidarietà. Solidarietà che stiamo raccogliendo da parte di tante persone per dare un senso completo all’iniziativa, devozione che diventa azione concreta per dare un piccolo sostegno ai più bisognosi.

Bene, con gli zaini carichi di entusiasmo perlustriamo la città per trovare il punto di partenza del cammino. In questo siamo coadiuvati da un simpatico operatore ecologico del comune Stefano ”er Pippetto”, un bel modo per iniziare l’ultima fatica. Usciti dalla città iniziamo un piacevole saliscendi attraverso queste dolci colline, sino ad arrivare ad un punto dove le indicazioni sono poco chiare, o come capiremo di li a qualche km sbagliate. Eh sì, anche in quest’ultima tappa non c’è niente di scontato e dopo due km su un sentiero dubbio finiamo contro uno steccato dove l’agricoltore che incontriamo ci da le indicazioni giuste per rientrare sul percorso .Non siamo i primi tratti in inganno dalla segnaletica, ce lo conferma l’agricoltore, almeno questo ci consola, anche se non ci evita i km in più!

Siamo In località Vallericcia, da qui entriamo nel parco della Marcigliana che ci accompagnerà sino alle porte di Roma.Colline morbide che rendono piacevole il cammino, sembrano quasi una sorta di carezza al territorio. Il sole anche oggi da il meglio di se stesso: è stato un fedele compagno di viaggio, l’abbiamo percepito in tutte le sue declinazioni dai raggi più teneri del mattino, a quelli possenti delle ore centrali,per poi scemare sino al tramonto con i suoi splendidi colori. Viene da dire grazie fratello sole!

Giunti alla sommità dell’ennesimo colle,un sussulto al cuore: Roma! Eccola davanti a noi, immensa, maestosa, con il “cupolone“ di San Pietro che si erge al centro della città. E qui parte un coro da stadio: “Roma Roma Roma…”. Un brivido di particolare emozione ci pervade, si è aperto davanti a noi l’ultimo palcoscenico di quest’avventura. Ora siamo nelle retrovie ed i contorni di quel palco sono appena delineati, sarà un crescendo di emozioni sino a varcare piazza San Pietro. Come marinai che hanno avvistato terra per l’approdo, anche noi ci sentiamo rinfrancati da questa imminente conquista. Siamo comunque ancora in aperta campagna e dovremo sudare non poco per giungere alla nostra meta finale.




Rincuorati e più determinati che mai procediamo sugli ultimi tratti del parco, sentiamo quasi l’avvicinarsi della metropoli con le sue braccia tentacolari che vanno a distendersi fino a diradarsi al limitare della campagna. Le strade asfaltate e le prime costruzioni sanciscono la definitiva entrata nella città eterna. Una foto su un tombino fognario, con ai quattro lati le nostre scarpe impolverate ad incorniciare la scritta “SPQR” sono l’emblema di questa esperienza.

Siamo in via della Buffalotta, lunghissima interminabile e, se vogliamo essere anche oggi un po’ “spazzorunners”, non proprio un bel biglietto da visita per la capitale. Purtroppo dobbiamo constatare che è così e non basta recriminare contro le varie amministrazioni che si sono succedute, secondo noi è anche una questione di mentalità che deve cambiare: piccoli passi possono condurre a lunghi cammini; piccoli gesti quotidiani e collettivi possono portare a grandi risultati.

Momento goliardico quando passiamo sotto il grande raccordo anulare, qui parte la parodia del “Guzzanti-Venditti” magistralmente riproposta dai miei compagni, risate abbracci e avanti!

Proseguiamo sotto il sole cocente, è passata l’ora di pranzo ma per noi oggi non c’è sosta, solo qualche fontanella per dissetarci. Arriviamo all’imbocco di via Nomentana, superiamo il ponte sul fiume Aniene e siamo lanciati verso il cuore della città. Però un gelatino suggerisce qualcuno, giusto per rinfrescarci un attimo, ma sì dai! Un pò stupiti i due commessi della gelateria dove entriamo, vedendo entrare quattro ultracinquantenni visibilmente accaldati con tenuta sportiva. Il Gian cattura subito l’attenzione e la curiosità dei due giovani con una simpatica battuta: “Passati i cinquant’anni vengono in testa idee sempre più strane, ora siete troppo giovani non potete capire…”. Davvero incuriositi i due ragazzi ci chiedono quale sia l’esperienza che stiamo portando a termine, e alla fine capiscono anche se non hanno 50 anni! Grazie mille, e il gelato era pure buono.

Via si prosegue verso la conquista della città, eh sì sembra proprio una marcia di conquista quella che va a mimare l’Ing. davanti al monumento al bersagliere di Porta Pia. Altro momento da incorniciare quello del passaggio sotto l’arco di Porta Pia, un emblema della nazione, e noi da buoni piemontesi ci teniamo a sottolinearlo. Quindi la conseguente via Venti Settembre, qui inizia una sequenza di palazzi ministeriali sino a portarci in piazza del Quirinale. È solamente la terza volta che vedo Roma e sempre per pochissimo tempo.I miei compagni, molto più presenti di me nella capitale, sanno destreggiarsi bene facendomi da cicerone lungo queste vie. Io cerco di catturare tutto con l’occhio della macchina fotografica, mi sento come se fossi sommerso da una serie di pacchi regalo da aprire in continuazione. Ecco l’altare della patria; una patria che oggi ci sentiamo di amare in maniera ancora più intensa. Ancora vie importanti i cui nomi risuonano spesso sui vari mezzi di informazione. Il ponte sul Tevere e quindi Castel Sant’Angelo, da qui siamo veramente ad un passo da piazza San Pietro. Il Gian ci raduna e quando siamo abbracciati a cerchio, con la voce rotta dall’emozione ci dice: “ ono fiero di questa esperienza e sono fiero di voi, grazie”. Siamo pervasi da un brivido di gioia che “inteder no la può chi non la prova”. E su quest’ultimo sussulto del cuore corriamo per via della Conciliazione sino alla tanto attesa Piazza San Pietro. Fabio detta il passo e noi dietro, davanti alle transenne che delimitano la piazza c’è Piero un caro amico del Gian che ci sta riprendendo. Eccoci all’arrivo con tanto di applauso finale da parte di un gruppo di ciclisti che hanno appena terminato la loro fatica. Siamo arrivati! Un grande abbraccio tra noi, il cammino è terminato le emozioni non ancora...

FIORENZO


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